A) LA STORIA
L'inondazione eccezionale del dicembre 1870 avvenne
pochi mesi dopo l'annessione di Roma al Regno d'Italia;
ciò non era evidentemente tollerabile per la
città che doveva divenire la capitale del Regno.
Fu quindi immediatamente nominata da parte del Ministero
per i Lavori Pubblici una Commissione con il compito di
affrontare e risolvere il problema.
"... esaminare sul luogo le condizioni del fiume
Tevere e dei suoi principali affluenti; di studiare
quali cause accidentali e permanenti determinano i
disalveamenti del fiume a Roma; e finalmente di
proporre come si possono risolvere, indicando i
provvedimenti e quelle opere d'arte che valgano a
migliorare il sistema del fiume per lo scopo
suaccennato".
Questa è la cronologia degli eventi principali:
1870, 29 dicembre
|
Inondazione eccezionale: m17,22 a Ripetta.
|
1871,
1 gennaio
|
Nomina
Commissione di studio. |
1875, gennaio |
Il
lavoro della Commissione non ha prodotto ancora
risultati. |
1875, 26 maggio |
Giuseppe Garibaldi, tornato a Roma in gennaio in
veste di deputato, interviene in Parlamento
presentando un disegno di legge per considerare
di pubblico interesse le opere per preservare
Roma dalle inondazioni e illustrando il suo
progetto di deviazione completa del Tevere e
dell'Aniene fuori della città. |
1875, 6 luglio |
Approvazione della Legge proposta da Garibaldi
con relativo stanziamento per il completamento
degli studi. Ripresa dei lavori della
Commissione. |
1875, 23 settembre
|
Conclusione dei lavori della Commissione con
preferenza al progetto dell'ing. Canevari che
prevede, tra l'altro, l'eliminazione dell'isola
Tiberina con interramento del braccio sinistro
del fiume, e bocciatura del Progetto Garibaldi.
|
1875, 29 novembre |
Approvazione a maggioranza del Consiglio
Superiore del progetto Canevari con alcune
modifiche e
definizione in 11 punti dei lavori da eseguire
tra cui, al punto 5, il mantenimento dell'Isola
Tiberina. |
1876, 3 dicembre |
Il
Governo, recepito il responso della Commissione,
assegna l'appalto del primo lotto dei lavori.
|
1900, 2 dicembre |
Piena
straordinaria del Tevere: m 16,17 a Ripetta. I
muraglioni sono pressoché ultimati e
l'acqua è contenuta dagli argini; ma
durante il ritiro dell'acqua crolla un tratto di
125 m a destra dell'isola tra i ponti Garibaldi
e Cestio, al Lungotevere degli Anguillara.
|
1900, 15 dicembre |
Nomina
di una Commissione d'inchiesta. Si discutono
nuove proposte tra cui nuovamente quella di
eliminare l'isola interrandone il braccio
sinistro. |
1901, 24 giugno |
Il
Ministro dei Lavori Pubblici boccia
definitivamente l'eliminazione dell'isola.
L'ing. Luigi Cozza individua nell'errata
distribuzione delle acque tra i due rami ai lati
dell'isola la causa dell'erosione e del crollo
del muraglione; ricostruisce quindi il tratto
danneggiato, riattiva il ramo sinistro
all'isola, ormai interrato, e costruisce le due
briglie sotto gli archi laterali di Ponte Cestio
e la soglia sotto l'arco centrale, ristabilendo
l'equilibrio tra i due rami dell'isola. |
1915, 25 febbraio |
Piena
straordinaria del Tevere: m 16,08 a Ripetta.
Nessuna conseguenza. |
1926 |
Completamento da parte del Comune di Roma
dell'ultimo tratto dei muraglioni sotto
l'Aventino. Una lapide con
versi dell'Eneide collocata sulla sponda
sinistra, di fronte al Porto di Ripa Grande,
ricorda l'evento.
|
Da una recente simulazione sono stati calcolati
i livelli idrometrici equivalenti
rispettivamente prima e dopo la sistemazione dei
muraglioni, riferiti a Ripetta [P.Frosini]:
|
Prima |
Dopo |
Riduzione |
La costruzione dei
muraglioni ha quindi comportato un
abbassamento dei livelli di piena riferiti a
Ripetta ma un innalzamento dei livelli
misurati più a valle a causa
dell'impedita esondazione del fiume a valle di
S.Paolo contenuta dalle arginature. Si spiega
così che all'Isola Tiberina la targa
che segna il livello di piena del 1870 (17,22
a Ripetta) sia posizionata circa a 40 cm
più in basso di quella del 1937 (16,90
a Ripetta).
|
13 m
14 m
15 m
16 m
17 m |
12.22 m
13.13 m
13.96 m
14.87 m
15.81 m |
0,78 m
0,87 m
1,04 m
1,13 m
1,19 m |
Inizio
pagina
B)
IL PROGETTO CANEVARI
Il progetto dell'ingegnere Raffaele Canevari fu
preferito dalla Commissione a quello, pur meno
costoso, del Possenti, presidente della Commissione
stessa. Il Possenti proponeva di abbassare i livelli
delle piene eccezionali accorciando il corso del fiume
per mezzo di "drizzagni" e non provvedeva ad
eliminare gli ordinari allagamenti delle parti basse
della città; ciò non fornì le
stesse garanzie del progetto Canevari che era invece
basato sul principio di contenere le acque del fiume
tra due muri di sponda continui, alti tanto da
superare il livello della piena 1870 (17.22 m a
Ripetta), la maggiore degli ultimi due secoli.
Il Canevari trascurò
quindi i massimi livelli storici, quali quelli
raggiunti nel 1598, in quanto ritenne che non fossero
ripetibili per le mutate condizioni del bacino del
Tevere a monte della città nel corso dei
secoli; i muraglioni furono così realizzati con
un'altezza pari a 18.45 m. sullo zero di Ripetta.
Il progetto prevedeva una distanza costante di 100 m
alla base dei muri e 110 alla sommità;
l'inclinazione dei muri, prevista in parte verticale e
in parte inclinata del 45%, fu più volte
modificata durante la costruzione.
Al piede dei muraglioni erano state previste due
banchine di protezione larghe 8 m, transitabili ed
accessibili da apposite scale, a delimitazione
dell'alveo di magra (v. fig. C4).
Il problema dell'allagamento per rigurgito delle
fogne, che si sommava a quello per straripamento del
fiume (v. fig. C1), fu affrontato e risolto con la
costruzione di due collettori, interrati all'esterno
dei muri (v. fig. C4), che avrebbero raccolto gli
scarichi delle fognature urbane convogliandoli a valle
della città dove il livello del fiume era
più basso.
In alto, ai lati dei muraglioni, furono previste due
strade carrabili, i cosiddetti Lungo Tevere, ancora
oggi arterie importantissime del traffico urbano (v.
fig. C4).
Il progetto prevedeva inizialmente la soppressione di
uno dei due rami del fiume ai lati dell'isola Tiberina
(v. fig. C3); tale scelta fu successivamente bocciata
dalla Commissione che salvò così
l'isola; la larghezza dei due rami a sinistra e a
destra dell'isola fu stabilita, rispettivamente, in 60
e 70 m.
Allo scopo di contenere i tempi e i costi di
realizzazione i calcoli furono piuttosto
approssimativi così come le scelte dei
materiali (v. fig. C6); le banchine di protezione da 8
m previste dal progetto alla base del muro furono
realizzate solo in parte con conseguente indebolimento
delle fondamenta dei muri ed erosione degli stessi.
Esse furono riprese solo nel 1901 dal Cozza dopo il
crollo del tratto di muro sulla riva destra di fronte
all'isola, scalzato dal flusso dell'acqua (1900).
La costruzione dei muraglioni, molto criticata per la
profonda alterazione del caratteristico e suggestivo
scenario tiberino (v. fig. C7), ha comunque
sostanzialmente risolto il problema degli allagamenti
a Roma; tuttavia gli effetti combinati della
regolarizzazione dell'alveo a valle di Roma e la
diminuzione del trasporto dei sedimenti a causa degli
impianti idroelettrici costruiti a monte della
città hanno prodotto l'erosione e
l'abbassamento del fondo del fiume, fenomeni che si
sta tuttora cercando di contrastare.
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pagina
C) LE IMMAGINI
Inizio
pagina
D) BIBLIOGRAFIA
[1]
Pietro Frosini "Il Tevere - Le inondazioni di
Roma e i provvedimenti presi dal Governo
Italiano per evitarle" - Roma - Accademia
Nazionele dei Lincei - 1977
[2] M. Bencivenga, E. Di Loreto & L. Liperi
"Il regime idrologico del Tevere, con
particolare riguardo alle piene nella
città di Roma" In: "La geologia di
Roma. Il centro Storico". Memorie descrittive
della Carta Geologica d’Italia, 50,
125-172 - 1995
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