San Bartolomeo

La leggenda vuole che, al tempo di Diocleziano, il vescovo di Ascoli, S. Emidio, si recasse a Roma per venerare le tombe dei Martiri compiendo miracolose guarigioni nel nome di Cristo.
I romani lo credettero l’incarnazione di Esculapio e lo condussero all’Isola Tiberina dove il Santo trovò gli infermi in attesa di guarigione dicendo loro di non essere Esculapio, ma di guarire in nome del vero Dio. I presenti, colpiti da tali parole, chiesero di essere battezzati e distrussero il tempio.
Nell’area libera ottenuta da tale distruzione fu costruito quasi sicuramente un’ospizio per i malati poveri ed una Chiesa intitolata ai Santi Esuperanzio e Sabino martorizzati nella prima metà del IV sec. al tempo dell’imperatore Massimiano.
Dell’esistenza di questa Chiesa non ci sono documenti, ma il fatto che la festa dei Santi Esuperanzio e Sabino (30 Dicembre) coincidesse quasi con la festa di Esculapio (1 Gennaio), e considerando la laggenda del ritrovamento dei resti dei due Santi nel pozzo ancora oggi presente nella Chiesa di San Bartolomeo fanno supporre che tale chiesa fosse realmente esistita e che continuò ad essere meta di numerosi malati.
Di un ospizio-ospedale e centro di assistenza ai poveri nel IX secolo nell’Isola Tiberina, abbiamo la certezza storica.
Lo fondò il Vescovo di Porto, Formoso, poi divenuto Papa (891-896), allorché fuggendo dalla propria sede per le frequenti incursioni dei Saraceni si rifugiò sull’Isola Tiberina dove stabilì la sede del suo vescovado e fondò l’ospizio sopra citato nei pressi della Chiesa di San Giovanni Calibita.
Con la costruzione dell’ospizio-ospedale, presumibilmente, perse di importanza la antistante e già citata Chiesa dei SS. Esuperanzio e Sabino tant’è che l’imperatore Ottone III edificò, sui resti del piccolo oratorio, negli ultimi anni del X secolo (997), una Chiesa che ebbe le reliquie di S. Adalberto, Vescovo di Praga, di S. Paolino di Nola e di S. Bartolomeo.
La Chiesa, inizialmente intitolata ai SS. Adalberto e Paolino, a partire dal XII secolo fu intitolata a San Bartolomeo.

Il pozzo all’interno della Chiesa di San Bartolomeo.