Nel periodo del Campidoglio Tito Livio, descrivendo (cento anni prima di Plutarco) lo stesso evento, aveva immaginato l’inestimabile opera umana al fine di renderlo più credibile: “Credo che vi siano stati aggiunti in seguito macigni e che si sia poi contribuito con mano d’opera a far si che quell’area diventasse tanto elevata e sicura da poter sostenere anche portici e templi”. Gli scavi effettuati nel 1982 al piano seminterrato dell’Ospedale in una zona limitrofa alla Chiesa hanno dimostrato che l’Isola è formata, almeno in parte, da uno scheletro di tufo vulcanico. Lo stesso materiale, quindi del vicino Campidoglio. Appare credibile l’ipotesi che sia il Campidoglio che l’isola appartengano allo stesso scoglio a ridosso del quale si sono formati banchi di sabbia e di altri detriti trasportati dal Tevere. In effetti gli scavi più recenti (1990) effettuati a monte di quelli sopra citati, hanno messo in evidenza la conformazione sabbiosa del terreno sottostante le più antiche costruzioni realizzate sull’isola. Possiamo quindi essere certi che l’isola si è formata nello stesso periodo del Campidoglio. Il fatto poi che il Tevere abbia sempre depositato materiale in abbondanza nel tratto dove sorge l’Isola Tiberina è dimostrato dal fatto che ancora nel 1899 il braccio di sinistra era completamente insabbiato. |
Pianta dell’Isola Tiberina (1899) Rilievo di René Patouillard |