A) Le origini B) La storia C) La Sala Assunta e la Farmacia |
D) I lavori dal 1930 ad oggi E) L'ospedale dal cielo F) Bibliografia e Contributi |
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A) LE ORIGINI Verso il 1491 vicino ad Èvora in Portogallo nacque Joâo Cidade, oggi venerato come San Giovanni di Dio dal nome che assunse come consacrato (fig.A1). Dopo una vita avventurosa si dedicò all’assistenza dei malati e fondò a Granada nel 1539, con lo scopo di assistere i malati e i poveri, una famiglia religiosa di “Frati Ospedalieri”. Questo nuovo Istituto Religioso fu riconosciuto nel 1572 da Pio V con la Bolla "Licet ex debito" e prese in Italia il soprannome di “Fatebenefratelli”, dalla frase con cui il santo invitava i passanti a fare la carità: «fate bene, fratelli, per amore di Dio». Papa Sisto V con il Breve "Etsi pro debito" elevò la congregazione ad Ordine Regolare nel 1586 riunendo le comunità diffuse in varie nazioni sotto un unico superiore residente a Roma nell'Isola Tiberina. S. Giovanni di Dio morì nel 1550 a Granada e non venne mai a Roma, ma i Fatebenefratelli vi giunsero, per la prima volta nel 1572, e qui fondarono nel 1581 il primo nucleo ospedaliero nella ex “casa degli Orfanelli” in Piazza di Pietra (fig.A2), il cosiddetto “Ospedale nuovo” di soli 20 letti. Nel giugno 1585 si trasferirono all’Isola Tiberina dove, con l'aiuto del papa Gregorio XIII, avevano acquistato un monastero, già occupato dalle monache benedettine (le Santucce) fino al 1573 e successivamente dalla Confraternita dei Bolognesi. Il pontefice concesse inoltre loro la contigua chiesa di S.Giovanni Calibita. Inizio pagina B) LA STORIA Tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500 avvenne la trasformazione degli ospedali da ospizi, semplici ricoveri, a luoghi di cura, dove si cercava di guarire il malato e restituirlo alla vita normale; comparvero figure quali i “phisici”, cioè i medici che si occupavano di stabilire le cause e i rimedi della malattia, e i “chirurgi” che operavano fisicamente sui malati. In questa evoluzione ospedaliera si inserì e si espanse il Fatebenefratelli. L’ospedale si ingrandì gradatamente acquistando e affittando alcune casette circostanti abitate da conciatori e pescatori. Allo scopo di acquisire spazio la stessa chiesa di S.Giovanni Calibita fu ridotta da tre navate, ancora visibili nella pianta del Bufalini del 1551 (fig.B1), all'attuale unica navata: in particolare la navata sinistra divenne il corridoio di accesso al complesso. Nel 1656, durante la gravissima pestilenza che colpì Roma, si stabilì di riservare l’ospedale agli ammalati di peste sfruttando il naturale isolamento garantito dall’isola stessa: il 18 giugno l’intera isola fu sgomberata e adibita a lazzaretto per gli appestati (fig.B2). I Fatebenefratelli non addetti ad assistere i malati si trasferirono a S.Maria della Sanità, al Viminale, e i Francescani di S.Bartolomeo al convento dell’Aracoeli; gli altri abitanti dell'isola furono sfrattati e compensati con un modesto risarcimento. Sui due ponti di accesso all'isola furono installati doppi cancelli, come visibile nella pianta in fig.B3 derivata dal Codice Chigi. L’ospedale fu destinato al ricovero degli uomini e la torre dei Caetani e le case vicine alle donne. Il 18 ottobre un'ordinanza decretava la fine dell’emergenza e consentiva ai proprietari di rientrare nelle proprie abitazioni sull’isola. In fig.B4 è la situazione dell'ospedale come appariva nel 1676 nella pianta di Roma del Falda. Nel 1700 l’ospedale fu ristrutturato dal Carapecchia: in tale occasione fu completata la risistemazione della Sala Assunta, prima moderna corsia ospedaliera con 50 posti letto (v. sez.C); nella pianta del Nolli del 1748 in fig.B5 è visibile la chiesa di S.Giovanni Calibita con il n.1093 e la corsia ospedaliera con il n.1094. Con visione pionieristica e infrequente per l'epoca fu istituito il principio che ogni malato disponesse di un proprio letto e fu effettuata la divisione in reparti distinguendo tra le diverse patologie. Nel Brogliardo del Catasto Urbano di Roma (fig.B6) (il Catasto fu attivato nel 1824 ed aggiornato fino al 1871) è riportato al progressivo 35 del Rione Ripa l'ospedale come proprietà dei Padri Benfratelli, identificato con i numeri civici 38 dell'Isola di S.Bartolomeo (3 piani) e 60 della Via delle Mole (3 piani nella parte est, senza numero civico, e 2 piani al n.60). Agli stessi Padri, al progressivo 35 ½, è attribuita la proprietà della chiesa di S.Giovanni Calibita con la "Porteria", l'ingresso principale al complesso, al numero civico 39 dell'Isola. Nel 1865, grazie al lascito di Francesco Amici deceduto nel 1858, fu realizzata dall'architetto Azzurri una moderna corsia riservata agli uomini (fig.B7). L'area dove era situata la Sala Amici è attualmente occupata dalla degenza del 2° piano fronte Trastevere. Nel 1873, tre anni dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia, venne estesa alla città di Roma la legislazione eversiva che che prevedeva la confisca dei beni immobili degli enti ecclesiastici in base alla quale, nel 1878, l’ospedale e la farmacia dovettero essere consegnati al Municipio di Roma. Nel 1887 la farmacia fu affittata all’associazione civile dei Fatebenefratelli e finalmente nel 1892, grazie anche alle amicizie di cui godeva fra Orsenigo, il dentista dell'ospedale celebre in tutta Roma, i Fatebenefratelli riuscirono a riscattare definitivamente farmacia ed ospedale versando un’ingente somma di denaro. Nel 1930 i Fatebenefratelli, con un contributo economico del Vaticano, acquistarono tutti i fabbricati sull’estremità ovest dell’isola che, tra molte polemiche, furono demoliti insieme ai locali annessi all’ospedale; nel 1934 fu completata la ricostruzione dell’ospedale sul progetto di Cesare Bazzani che mantenne però la facciata verso la piazza S.Bartolomeo. Nel 1972 l’ospedale assunse ufficialmente il nome di S.Giovanni Calibita Fatebenefratelli, dal nome della chiesa che ne costituì il nucleo originario ed è tuttora inglobata, e fu classificato come Ospedale Generale di Zona. Perfettamente adeguato ai tempi, oggi l’ospedale dispone di 420 posti letto e nuovi ed attrezzati reparti. La Sala Assunta, oggi trasformata in Aula Magna, ospita importanti convegni e congressi internazionali. L’ospedale è sempre stato presente nelle vicende di Roma: è stato il punto principale di ricovero in occasione degli scontri del 1849 durante la sfortunata Repubblica Romana, nel 1870 alla presa di Roma da parte dei Piemontesi e durante l’occupazione nazista nel 1944 quando anche molti ebrei vi furono ricoverati e nascosti. Da ultimo nel 1982 vi furono assistiti i feriti dell’attentato alla vicinissima Sinagoga. Inizio pagina C) LA SALA ASSUNTA E LA FARMACIA La Sala Assunta, costituente parte del nucleo iniziale dell'ospedale, fu ristrutturata e ammodernata probabilmente a partire dal 1680, e sicuramente era già completata quando, il 1° Marzo1702, papa Clemente XI effettuò la sua prima visita. Nel dipinto di fig.C1, in cui è rappresentata la visita di papa Clemente XIII nel 1759, essa appare ben illuminata e dotata di due file di 25 letti individuali a baldacchino e cortine. La sua ampiezza consentiva, all'occorrenza, di aggiungere altri 25 letti mobili nel corridoio intermedio: essi, muniti di ruote, erano comunemente detti "cariole", romanesco per carriole (da cui il popolare insulto in uso tuttora a Roma "...e di tuo nonno in cariola"). L'ingresso principale era da piazza S.Bartolomeo, attraverso il portone dell'attuale farmacia; all'estremità opposta era un altare dedicato alla Madonna, l'Assunta, da cui il nome della sala, per consentire ai malati di seguire le funzioni religiose senza muoversi dai propri letti (fig.C2). Il dipinto dell'Assunta, portata in cielo da due angeli e racchiuso entro una cornice barocca ad angioletti di stucco, è un'opera del primo '700. Il paliotto d'altare (fig.C3), in scagliola policroma, risale al 1681. Nella volta del salone sono raffigurate scene della Vita di San Giovanni di Dio affrescate da G.P.Schor. In occasione della visita del 1702, raffigurata nel dipinto di fig.C4 attualmente nel refettorio del convento, papa Albani (Clemente XI) concesse ai Fatebenefratelli la piazzetta che era ad ovest della Sala Assunta per l'ampliamento della corsia (dalle memorie di fra Tommaso Mongai: "...e concesse al nostro Spedale la Piazzetta che resta dietro lo Spedale, acciò potesse la Religione stendere la fabbrica del medesimo"). Su tale area fu quindi costruita una seconda sala, il cosiddetto "ospedale nuovo", capace di circa 20 letti, sopraelevata di circa due metri rispetto alla Sala Assunta e ad essa raccordata con le due rampe semicircolari ai lati dell'altare, visibili nel dipinto di fig. C5. Tale ampliamento è riscontrabile confrontando la pianta del Falda (fig.B4 - 1676) in cui è visibile la piazzetta, con quella del Nolli (fig.B5 - 1748) in cui si distinguono le due corsie raccordate dalla doppia rampa di scale. In onore del papa il suo stemma fu riportato sull'arco, tuttora esistente (fig.C3 e C5), che separava le due sale. Il dipinto in fig.C5, andato perduto a Milano nel 1943 sotto ai bombardamenti, raffigurerebbe la seconda visita di Clemente XI, effettuata nel 1705 per l'inaugurazione della nuova sala; tuttavia recenti studi [10] hanno evidenziato che in tale data la sala non era ancora realizzata e che pertanto il quadro è da ritenersi dipinto prima del suo completamento, probabilmente come ringraziamento alla generosità del pontefice, ciò confermato dalla evidente diversità dell'arco rappresentato da quello poi effettivamente realizzato. La presenza di una farmacia è da ritenersi contemporanea all'insediamento dei Fatebenefratelli nell'isola in quanto la sua esistenza è documentata già alla fine del 1500. Nella relazione della Visita Apostolica del 1663 si legge: "Contigua al portone del convento, dentro una stanza assai capace e rispondente nella strada pubblica, si esercita da un secolare, che ha ivi la comodità di abitarvi, la spetiaria..." e in quella del 1699 che la "farmacia sta vicino al portone del convento a mano sinistra nell'entrare, dove vi è la porta". La farmacia occupava quindi il locale tra la Sala Assunta e il corridoio di ingresso del convento, accessibile da una porta che si apriva su quest'ultimo; una seconda entrata verso il chiostro fu fatta murare per maggior custodia della clausura. L'accesso al pubblico sul lato strada avveniva probabilmente solo attraverso una grata, come in uso all'epoca. La fig.C6 raffigura l'interno della farmacia come appariva intorno al 1960. L'integrità della Sala Assunta, testimoniata dalla pianta del Lanciani ancora all'inizio del 1900, viene interrotta con gli interventi di ristrutturazione dell'ospedale del 1932, allorché la nuova farmacia ne occupò la parte terminale utilizzandone l'ingresso principale sulla piazza S.Bartolomeo; un secondo ingresso fu aperto su piazza Fatebenefratelli. Il primo dei sei affreschi che decorano il soffitto della Sala Assunta è tuttora visibile sul soppalco della farmacia, utilizzato come deposito dei farmaci. La corsia rimase attiva per le degenze fino al 1982 quando fu ristrutturata allestendo nella parte ovest l'attuale Sala Convegni da 250 posti (fig.C7), sul cui soffitto sono visibili due dei sei affreschi originari, e destinando la parte rimanente ad uffici. Inizio pagina D) I LAVORI DAL 1930 AD OGGI Pur non essendo mai venuta meno l'attività di adeguamento dell'ospedale all'evoluzione dei criteri sanitari, nel 1930 si decise di effettuare un considerevole ampliamento e una ristrutturazione radicale, il cui progetto fu affidato all'arch. Cesare Bazzani. A tale scopo furono acquistati e demoliti tutti i fabbricati sull’estremità ovest dell’isola, visibili nella fig.D1; ciò fu possibile anche grazie anche all'interessamento e a un contributo economico del pontefice, tanto che la licenza fu ottenuta il 2 luglio 1930 dopo appena 14 giorni dalla richiesta. Le demolizioni, completate il 12 Settembre 1931, interessarono anche parte dei locali dell'ospedale stesso, tanto che solamente un quarto dei circa 180.000 mc costituenti il vecchio complesso fu mantenuto. Per le nuove fondazioni furono usati circa 800 pali in cemento collegati da travi, murature in tufo e mattoni per i sotterranei; fu inoltre demolito il vecchio campanile sostituito dall'attuale. La situazione comparata prima e dopo la ristrutturazione, inclusi gli ulteriori interventi effettuati fino al 1983, è mostrata nella fig.D2. All'interno della Sala Verde un'epigrafe in latino (testo integrale) ricorda l'incontro avvenuto l'11 aprile del 1934 in quella che era la Sala Capitolare per celebrare la fine dei lavori di ristrutturazione alla presenza del Card. Marchetti Selvaggiani e dell'arch. Bazzani. Nel 1957, su progetto dell'arch. Martini, furono edificate la palazzina per la Curia Generalizia e fu modificato l'accesso all'ospedale con la costruzione dell'attuale portineria; la fig.D3 mostra l'ospedale come appariva all'inizio degli anni '60. Nel 1965-66 nella Sala Assunta furono realizzati i box di degenza. Nel novembre 1977 il Priore generale Pierluigi Marchesi avviò una nuova e radicale ristrutturazione, affidandone il progetto agli architetti Sergio Cobolli Gigli e Giorgio Monico, che elaborarono una proposta per il riordino dell'intero ospedale dal punto di vista sia tecnologico che funzionale. Il progetto, approvato all'inizio del 1981, prevedeva la costruzione delle centrali tecnologiche allora inesistenti e la ricostruzione di tutti i servizi ospedalieri. Per reperire gli spazi necessari furono realizzati nuovi soppalchi, in particolare tra il secondo e quarto piano, con l'acquisizione di circa 1000 mq, e furono trasferiti all'esterno dell'ospedale gli uffici e le strutture non strettamente legate alle funzioni ospedaliere (il magazzino generale, l'alloggio delle Suore, la Scuola infermieri, l'Ufficio Ragioneria, l'Ufficio del Personale, alcuni ambulatori e la sede della Curia Generalizia). Nel 1982 la Sala Assunta fu completamente ristrutturata e trasformata nell'attuale Sala Convegni capace di 250 posti. Oltre ai lavori di miglioramento ambientale condotti tra il 1985 e il 1993, nel 1994 vennero effettuate, sotto il coordinamento del geom. Caporilli, opere di scavo e sottofondazione per l'acquisizione di nuovi spazi e scavi archeologici: gli scavi interessarono inizialmente tutti gli spazi esterni non edificati di proprietà dei Fatebenefratelli, per circa 1200 mq, nei quali sono state costruite le centrali tecnologiche; successivamente si è proceduto allo scavo dei cortili (fig.D4) e dei volumi sottostanti l'ospedale ricavando ulteriori 3000 mq di superficie utile destinati ai servizi ospedalieri. Inizio pagina E) L'OSPEDALE DAL CIELO Inizio pagina
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